Thursday, September 4, 2008

Lips

Da anni ho un cattivo vizio... non so se è una passione nascosta... ma quando parlo con le persone è quasi inevitabile che invece di guardarle negli occhi osservo il le loro labbra... è più forte di me... a volte credo che le persone rimangano un attimo spiazzate da questo comportamento o è una mia impressione? naturalemnte non posso chiederlo direttamente, ma posso chiederlo nel mio blog ai miei lettori... Lo fate anche voi?

Se una persona ha delle belle labbra non capisco perchè non bisogna osservarle... eppure in passato e in alcuni momenti possono essere più comunicative di altre immagini...

Con le labbra possiamo...

Comunicare...

Esprimere emozioni...

Realizzare opere particolari...

Giocare...







Sunday, July 13, 2008

Travaglio e Sgarbi - parte 2















Travaglio e Sgarbi - parte 1

Il nostro governo è messo male... Sgarbi sarà pure inteligente, ma come uomo politico insomma... non lo dico io, ma quello che fa pubblicamente basta guardare questa serie di video...













Ipocrita O Stronzo?

Fatti, persone, luoghi citati sono puramente casulai e senza riferimento a persone ben specificate. Non è una scusante del mio comportamento in una tale e ben specificata situazione, solo una determinata presa di coscienza con me stesso.


i|po|cri|sì|a
s.f.
AU simulazione di buone qualità o di buoni propositi attraverso azioni o atteggiamenti falsamente virtuosi, per ingannare qcn. o per ottenerne i favori: condannare l’i. diffusa, l’i. dei falsi devoti, nascondere qcs. sotto, dietro la maschera dell’i. | comportamento o discorso da ipocrita: non sopporto tutte queste ipocrisie
Varianti: ipocresia

Sembrerebbe la definizione classica e più azzeccata del render inteso come immagine, ma nel linguaggio comune lo possimao intendere con il suo vero senso cioè come una qualità ignobile e despreggiativa verso una persona. Una caratteristica che quando arriviamo a parlare di soldi viene fuori sempre e non capisco come mai io sono sempre naturale e il solito in ogni circostanza. Mi piace aiutare gli altri, fare favore agli amici, portare avanti dei discorsi e attività che magari posso sembrare stupide o fatte tanto per farle o farsi vedere. Il mio rapporto con la vita è particolare e vivo sempre pensando al bene degli altri senza curarmi della mia persona. Mi alzo la mattina con la voglia che quel giorno sia l'ultimo di una lunga serie fatta di conti e di stress da 10 centessimi...

L'ipocrisia è sicuramente un'atteggiamento che odio e che voglio evitare di incontrare sulla mia strada.

strón|zo
s.m., agg.
CO
1 s.m., escremento solido di forma cilindrica
2a s.m., fig., volg., persona stupida o spregevole, spec. come insulto: piantarla alla vigilia delle nozze, che s.!; anche scherz.: dai, non fare lo s.!; anche agg.: un ragazzo s.
2b agg., volg., di atteggiamento, discorso o sim., stupido o spregevole: ragionamenti stronzi, comportamento s.


Apparte la figura solida... sappiamo che il comportamento è peggio di quello che possiamo avere come materia... Qualcuno mi ha sempre consigliato di essere un pochino "stronzo" per il mio stesso bene, di farlo senza cattiveria cosa che non riesco a fare.

ma|lì|zia
s.f.
1a AD inclinazione, naturale o acquisita, a trasgredire le leggi morali o religiose compiendo, con dissimulazione e soddisfazione, azioni perverse che siano di danno al prossimo o indulgendo a vizi e perversioni: la malizia degli uomini | LE azione consapevolmente malvagia, peccato mortale: d’ogne m., ch’odio in cielo acquista, | ingiuria è ’l fine (Dante)
1b AD volontà di commettere il male approfittando della buona fede altrui, disposizione abituale all’inganno, alla simulazione: agire con m.
2 AD consapevolezza di ciò che vi può essere di malvagio o di sensuale in una situazione, spec. dissimulata, compiaciuta o espressa con allusività: ragazza senza m., sguardo pieno di m., discorso ambiguo non privo di m. | estens., furbizia
3a AD piccola cattiveria spesso gratuita
3b AD accorgimento astuto per raggiungere un fine anche illecito: per ottenere quel favore fece ricorso a una piccola m.
4 AD capacità acquisita attraverso l’esperienza: le malizie del mestiere
5 OB condizione di decadimento fisico e morale che può essere contagiosa
6 OB sventura


Non penso di essere malvagio, di augurare il male alle persone e neanche di essere perverso sul mio posto di lavoro. Non tradisco mai la mia etica morale. Odio coloro che sono religiosi e poi sono in grado di fare affermazioni raziali perchè se in un libro c'è scritto "ama il tuo prossimo come se fosse tuo fratello" (vado a memoria, mi è rimasto poco di quel libro che mi hanno fatto lggere e imparare a memoria per anni) allora c'è qualcosa che non quadra... Mio fratello non è solo colui che è stato partorito dalla stessa madre e che ha il mio stesso sangue... è anche colui che ha un dialetto, pelle, lineamenti, cuore... ecc... diversi dal mio. Parliamo tante lingue, possiamo apprenderne molte, cucianiamo diversi piatti, amiamo le stesse donne, viviamo in posti differnti, ma alla fine siamo uguali e tutti noi abbiamo un cuore che batte e il colore del sangue e sempre rosso. Perchè odiarci?

La malizia è stato un altro comportamento che mi hanno consigliato... anche questo senza malignità, senza bisogno di espanderla troppo...

"Il cliente ha sempre ragione"

Quando lavoravo come cassiere o camieriere in una nota catena italiana di ristorazione/fast food questa "legge" valeva perchè il prodotto/servizio che dovevo fornire era quello ed era indiscutibile. Ero obbligato anche alla regola delle "tre esse"...

Saluto: appena arriva il cliente salutalo con eleganza e nella sua lingua o nella lingua internazionale
Sorriso: sorridi sempre anche se hai una scottatura di 2° grado sul braccio o se stai morendo di sonno
Soldi: se rispetti i due punti precedenti guadagni più soldi e la tua azienda guadagnerà prestigio... il tuo stipendio sarà lo stesso, ma avrai fatto un buon lavoro e un giorno te ne saremo grati.

Quanta vaselina mi sono sentito addosso...

In quei due anni ho dovuto sopportare scottature, male alle ginocchia, nausea e ho cambiato molto bevande perchè non erano fredde o pezzi di pizza perchè considerati troppo piccoli dal cliente che non sapeva che venivano tagliati in 4 parti uguali sempre. In alcuni casi nella mia pausa pranzo ho anche dovuto dare informazioni al cliente stesso e non sapete quanto mi seccava visto che avevo finito il mio turno e non vedevo l'ora di andarmene a casa a farmi una doccia per levarmi di dosso l'odore di fritto.

Ora che svolgo un'attività diversa le cose sembrano uguali... non è vero perchè ci sono obbligi si, ma fino ad un certo punto. Se io mi riferisco ad un esperto del mestiere lo faccio perchè posso fidarmi dei suoi consigli e della sua esperienza nel settore. Se vado a comprare una paio di scarpe non ho bisogno di farmi consigliare sul modello migliore, posso avvalermi di un consiglio esterno di una persona che ha più gusto di me. Diverso il discorso se vado a comprare un auto, un computer, uno schermo oppure un servizio come la creazione di un sito web, ad esempio, dove i pareri dell'esperto sono fondamentali perchè in quel settore così tecnico posso essere un deficente (=avere delle carenze). In questi ultimi casi la legge o regola o detto famoso si anulla.

"Chi paga pretende e ha ragione"

Si, se compro una macchina, un oggetto reale o un servizio al suo vero costo reale, non nel caso il servizio sia fatto per piacere personale ad un prezzo scontatissimo. Si può pretendere fino a dove arriva tale capacità in relazione anche al tempo dato... pretendere di più per avere maggiori sconti approfittando della debolezza della persona con la quale si ha un rapporto di lavoro o contrattazione è da ipocriti (per non dire altro). Io non pretendo mai la luna se colui con cui collaboro so che non può darmela e non pretendo che se la inventi... giustamente se pago tale servizio una tantum mi aspetto un servizio di quel valore. Peggio ancora quando tale servizio è preteso con una certa arroganza, rabbia e aggressività che dimostrano che tra le due parti c'è una tensione dovuta o da un periodo teso o da una cattiva educazione della stessa persona.

Chi paga può pretendere un lavoro, ma non può pretendere la vita privata di una persona... non siamo macchine che si accendono e si spengono a comando, siamo semplici persone con ritmi di vita particolari e nessuno potrà mai comprare e obbligarmi a vendere il mio sonno per raggiungere un traguardo che non si può raggiungere. Certo... qui faccio a cazzotti con la mia etica... se un giorno farò un lavoro per la ditta X che è un grosso committente allora posso anche starci e fare due nottate di fila dormendo anche 10 minuti in 2 giorni, ma se si tratta della persona Y che vuole il renderino e sottopagato... le mie ore di sonno mele prendo anche se dormo solo 4 ore me le faccio.

"Mi puoi dare i file di lavoro?"

Si, a pagamento. Solo una volta ho fatto la cazzata di dare i file su cui ho lavorato senza aggiungere una somma al preventivo finale, ma credo di aver fatto bene perchè il pagamento è avvenuto in tempo e il rimborso poteva starci. Solitamente non do mai i file di lavoro in giro perchè:

- il committente può ricrearseli da solo senza poi chiamarmi per altri lavori
- i famosi "segreti" vengono svelati

Li lascio solo nel caso ci sia un accordo prima e non sia io l'unica persona che ci lavora... mi sembra ovvio e chiaro che tutti facciamo così.

Anche se il file originale mi è stato fornito, se non entra in conflitto con la spiegazione sopra citata, non li rilascio.

Quello che vedete voi è un Matteo professionale che aiuta le persone sul forum e a volte può passare come Pierino o Gian Burrasca... sicuramente sapete che quello che so fare lo faccio bene e senza mai metterla nel didietro a nessuno. Qui sbaglio... a volte dovrei essere più egoista.

Mat

Sunday, May 25, 2008

Ritorni

Muoversi, spostarsi, partire, salire... è la normalità dei nostri giorni. Non esiste più la sicurezza sotto casa esiste solo un continuo movimento verso destinazioni inaspettate. L'uomo è diventato un embrione di esperienze diverse e sofferente a continui cambiamenti interni. Il vero problema non è il cambiamento o il muoversi verso una meta a volte ignota, ma il ritorno a casa. Tutti prima o poi torniamo al nostro nido e in alcuni casi fa più male tornare da dove siamo partiti, perchè ci sentiamo meglio quando siamo lontani da tutto quello che ci rende reale. Quando poi torniamo e non riusciamo a comunicare, capire o farci capire dagli altri perchè tornare? Perchè non continuare il viaggio che abbiamo intrapreso senza mai tornare là dove esiste il nostro piccolo fulcro nativo? Lo facciamo solo per non essere dimenticati da coloro che ci vogliono bene.

Quello che più fa pensare è quando qualcuno parte e non sai se tornerà. Piccoli e fragili uccelli chiusi in gabbia e sappiamo con certezza che non li possiamo imprigionare perchè devono essere liberi, ma quando doniamo a loro quella che definiamo libertà siamo consci che il luogo in cui viviamo perderà qualcosa e diventa grigio, ma dentro di noi siamo felice perchè nel nostro profondo siamo sicuri che i loro occhi vedranno altri orizzonti e le loro piume accarezzeranno altri venti. Raccoglieranno tutte le esperienze del Mondo per poi raccontarle o tramandarle tramite leggeri sospiri e noi vorremmo essere li o vorremmo far parte di quel leggero filo di aria. Sono scelte difficile da affrontare, mollare tutto per seguire il proprio istinto e sentirsi non liberi, ma assetati della conoscienza delle persone e avere fame dei loro pensieri. Ci sono però dei limiti umani non voluti, non tutti siamo passerotti vagabondi, ma alberi stabili con salde e profonde radici. I nostri rami possono essere forti, esili oppure vivere in simbiosi con gli altri rami dei nostro simili e quando si intrecciano è ancor più difficile staccarsi o far si che il legame sia facile da sciogliere. In ogni caso ogni singolo appiglio, anche il più fragile, è un punto sicuro per uno di quei piccoli passerotti che ha scelto di volare via e noi aspettiamo. Aspettiamo che torni la bella stagione per potergli offrire ancora un rifugio un luogo dove poter costruire un nido, non ci reca fastidio o dolore anche se userà delle nostre parti perchè non c'è piacere più grande di donare tutti se stessi a indifese figure. Nell'attesa assaggieremo l'amara pioggia e il doloroso freddo della vita solo per poter avere la speranza di rivederli tornare offrendogli un fresco riparo dal bruciante sole estivo. Vivere anche solo una stagione sarà per noi il momento più alto della nostra esistenza anche se gli inverni saranno penetranti il solo ricordo dell'estate ci aiuterà a superarli.

Ora quello che ci resta da chiederci: "Siamo uccelli o alberi?"...

La mia piccola valigia è sempre pronta, il mio travagliato cuore non aspetta altro, ma una parte di me ancora si sente costretta qui e più lotto e più la catena che mi lega si indurisce e diventa quasi impossibile spezzarla senza un aiuto esterno concreto. Il problema sta nel durante.

Mat

Friday, March 28, 2008

Making of "Tempo" - 3D Studio Max - Mental Ray - Photoshop - Combustion



Articolo completo - qui



Da gennaio a febbraio 2008 si è disputato un contest non ufficiale su treddi.com con tema "il tempo", argomento molto vasto che comprende molte sfumature a seconda dei vari punti di vista. Personalmente ho interpretato il tempo come parte fondamentale della nostra vita quindi con classico concetto del passato, presente e futuro cercando di non limitarmi solo a quello che è n classico 3D che nasce da una semplice idea. Ho scavato nel mio interno cercando di capire realmente che cosa sia il tempo per me e cosa siano quelle tre fasi fondamentali che ogni giorno si alimentano. Secondo me:

- Il passato è quello che eravamo, il passato è un concetto che la mente umana cerca sempre di collocare in un ben preciso arco di tempo, ma se ci pensiamo bene il passato è anche il giorno che si è appena spento con tutto quello che abbiamo fatto, tutte le occasioni che abbiamo lasciato o le sfide che abbiamo affrontato durante il giorno precedente. Certo è difficile collocarle già nel passato perchè non le abbiamo ancora assimilate come passato remoto. Chi ero? chi eravamo? a volte la domanda sembra banale e la risposta scontata, ma in realtà è qualcosa di fondamentale che ci ha cresciuto... Io sono stato qualcosa che sto cercando di cancellare, ma sulla mia pelle rimarrà sempre un segno indelebile di quello che ero.

- Il presente è la vita quotidiana secondo il nostro pensiero, è quello che stiamo vivendo in questo momento e spesso affermiamo che sia il momento migliore della nostra vita quando in realtà non lo sappiamo, ci lasciamo sfuggire occasioni e poi pensiamo "cavolo perchè non l'ho fatto?" e di conseguenza diventa giù parte del passato. Il presente va vissuto sempre al massimo e come diceva una figura emblematica per il suo tempo (Moana Pozzi) "Vivi come se dovessi morire domani e pensa come se non dovessi morire mai." E' forse la soluzione migliore perchè ci permette di assaporare veramente tutte le ore del giorno e di non farle scivolare via come la pioggia sui vetri.

- Il futuro... è una bella parola e un bell'enigma. Non sappiamo cosa ci riserva il domani inteso nel senso più lontano, ma sappiamo che possiamo costruirlo giorno per giorno, anche se crediamo di far parte di un disegno più grande di noi, di essere al mondo per un preciso scopo o di avere un destino già segnato, non valutiamo mai che le nostre azioni producono delle reazioni e anche una virgola fuori posto può variare tutto quello che abbiamo fatto o che faremo.

Non si può rinpiangere il passato, vivere il presente consapevolmente e programmare al cento per cento il nostro futuro, di conseguenza dobbiamo cercare di non far scivolare il tempo a disposizione come semplice sabbia fine costruendo un castello di sabbia solido anche se in riva al mare. Partendo da questa piccola e superficiale analisi ho cercato anche di analizzare quale sia il vero strumento che usiamo per misurare il tempo e quali siano e sono state le mie particolari passioni. Da qui un orologio composto da ingranaggi, un corpo umano e dei blocchi da disegno o semplici quaderni. Questi semplici oggetti sono stati modificati con cura nel creare qualcosa di realmente profondo per me, nell'orologio non ci sono numeri per contare il passare delle ore, ma date e nomi fondamentali per la mia crescita nascoste dietro diversi fonts. Il fatto di scrivere le date in maniera criptata è voluto da un semplice motivo. L'uomo ha una grande capacità, quella di poter comunicare con diverse lingue. Attenzione però, le lingue non sono solo quelle parlate (inglese, francese, spagnolo ecc...), ma anche la musica, la chimica, la matematica ecc... sono strumenti fondamentali per trasmettere qualcosa di molto profondo.

All'interno del coperchio dell'orologio da taschino ho aggiunto la foto preferita di mia madre per ricordami chi ero e che nel profondo sono un biondo mancato e un finto magro. Nei due riquadri invece ho scelto di usare delle texture che simbolegiassero quello che siamo veramente cioè alieni provenienti dalle stelle, le stesse che sono state utili all'uomo per navigare nell'antichita e per costruire monumenti enormi il tutto sotto forma dello zodiaco, nell'altro una semplice scritta che riassume il concetto di tutto l'orologio "Time of your life".

Modello orologio



Dettaglio texture



Modello sketchbook



Modello busto



La figura umana o meglio il mezzo busto non finito sorretto da un "totem" in stile "art nouveau" invece rappresenta l'emblema del futuro, il non scritto. l'incognita... Per poterlo rendere al meglio avrei potuto modellarlo come le sculture di Michelangelo, ma alla fine ho preferito non scendere troppo nel dettaglio perchè l'oggetto principale rimane l'orologio di conseguenza ho anche cercato di realizzare una composizione ben studiata ed equilibrata seguendo una regola basilare della fotografia cioè quella dei quattro terzi (4/3).

Ma veniamo ora alla parte tecnica; per la modellazione e il rendering mi sono affidato a Autodesk 3D Studio Max 2008 e Mental Ray 3.6. Ho cercato di creare forme semplici e facilmente animabili per poterle riutilizzare in un mio prossimo progetto. Ho curato al luce non come faccio di solito quindi cercando di dare una luce netta, ma di utilizzarla come se dipingessi un quadro cercando di mischiare dei colori tra loro aiutandomi anche con i contrasti che creano.

Posizione luci



Gli Shader di base sono molto semplici da realizzare, non ho sfruttato al pieno le texture, ma ho cercato di usare dei materiali basilari per far uscire di più il modello e quindi evidenziare il lavoro di modellazione, solo alcuni sono un più curati e si rifanno a shader già studiati da altri e modificati per ottimizzare i tempi di rendering e la resa.

La post produzione è una parte molto importante curata in due fasi. Grazie alla possibilità di poter estrarre dei canali particolari come l'Ambient Occlusion, Reflection, Illumination, Alpha Channel, ecc... ho potuto giocare sui diversi livelli e con Autodesk Combustion (che ho iniziato a studiare l'occasione) mi sono compositato i vari canali, in un secondo momento con Adobe Photoshop CS3 (dove ho più padronanza, specialemnte delle maschere) ho implementato alcuni piccoli effetti.

Esempio di canali estratti



Il concetto è molto semplice, la realizzazione è stata dura per via di imprevisti e contrattempi dovuti sia ai problemi di hardware, dal lavoro e dagli impegni studenteschi... il tempo è un problema perchè più scorre e meno ne abbiamo per curare i propri progetti personali che sono mossi solo dalla passione e dall'amore che riversiamo. Forse questa è una delle prime illustrazioni riuscite nel senso dove viene fuori, per forza di volontà, il mio amore per la computer grafica un'arte moderna.

Concept iniziale



Final



Mat