Sunday, May 25, 2008

Ritorni

Muoversi, spostarsi, partire, salire... è la normalità dei nostri giorni. Non esiste più la sicurezza sotto casa esiste solo un continuo movimento verso destinazioni inaspettate. L'uomo è diventato un embrione di esperienze diverse e sofferente a continui cambiamenti interni. Il vero problema non è il cambiamento o il muoversi verso una meta a volte ignota, ma il ritorno a casa. Tutti prima o poi torniamo al nostro nido e in alcuni casi fa più male tornare da dove siamo partiti, perchè ci sentiamo meglio quando siamo lontani da tutto quello che ci rende reale. Quando poi torniamo e non riusciamo a comunicare, capire o farci capire dagli altri perchè tornare? Perchè non continuare il viaggio che abbiamo intrapreso senza mai tornare là dove esiste il nostro piccolo fulcro nativo? Lo facciamo solo per non essere dimenticati da coloro che ci vogliono bene.

Quello che più fa pensare è quando qualcuno parte e non sai se tornerà. Piccoli e fragili uccelli chiusi in gabbia e sappiamo con certezza che non li possiamo imprigionare perchè devono essere liberi, ma quando doniamo a loro quella che definiamo libertà siamo consci che il luogo in cui viviamo perderà qualcosa e diventa grigio, ma dentro di noi siamo felice perchè nel nostro profondo siamo sicuri che i loro occhi vedranno altri orizzonti e le loro piume accarezzeranno altri venti. Raccoglieranno tutte le esperienze del Mondo per poi raccontarle o tramandarle tramite leggeri sospiri e noi vorremmo essere li o vorremmo far parte di quel leggero filo di aria. Sono scelte difficile da affrontare, mollare tutto per seguire il proprio istinto e sentirsi non liberi, ma assetati della conoscienza delle persone e avere fame dei loro pensieri. Ci sono però dei limiti umani non voluti, non tutti siamo passerotti vagabondi, ma alberi stabili con salde e profonde radici. I nostri rami possono essere forti, esili oppure vivere in simbiosi con gli altri rami dei nostro simili e quando si intrecciano è ancor più difficile staccarsi o far si che il legame sia facile da sciogliere. In ogni caso ogni singolo appiglio, anche il più fragile, è un punto sicuro per uno di quei piccoli passerotti che ha scelto di volare via e noi aspettiamo. Aspettiamo che torni la bella stagione per potergli offrire ancora un rifugio un luogo dove poter costruire un nido, non ci reca fastidio o dolore anche se userà delle nostre parti perchè non c'è piacere più grande di donare tutti se stessi a indifese figure. Nell'attesa assaggieremo l'amara pioggia e il doloroso freddo della vita solo per poter avere la speranza di rivederli tornare offrendogli un fresco riparo dal bruciante sole estivo. Vivere anche solo una stagione sarà per noi il momento più alto della nostra esistenza anche se gli inverni saranno penetranti il solo ricordo dell'estate ci aiuterà a superarli.

Ora quello che ci resta da chiederci: "Siamo uccelli o alberi?"...

La mia piccola valigia è sempre pronta, il mio travagliato cuore non aspetta altro, ma una parte di me ancora si sente costretta qui e più lotto e più la catena che mi lega si indurisce e diventa quasi impossibile spezzarla senza un aiuto esterno concreto. Il problema sta nel durante.

Mat